ESCLUSIVA - Ferreira Pinto: "Dalla fabbrica di mattoni al dvd di Castori: un sogno. Ecco cosa ci diceva Denis quando c'era il Napoli. Per colpa di Marino non arrivai in azzurro"

30.09.2016
11:20
Bruno Galvan

Si definisce un brasiliano atipico perchè non ama ballare, ma in campo la sua velocità abbianata alla tecnica ha fatto le fortune dell'Atalanta e non solo. Ferreira Pinto, 37 anni, oggi continua a giocare a calcio nel Pontisola dove la sua esperienza aiuta i giovani della squadra bergamasca. Tante sfide contro il Napoli e un approdo mancato in azzurro nel suo passato, ecco cosa ci ha raccontato Ferreira Pinto in esclusiva ai nostri microfoni

Sei stato un autodidatta. Senza frequentare scuola calcio sei arrivato a giocare in A...
"Vengo da una famiglia povera. Finda piccolo lavoravo in una fabbrica di mattoni per guadagnarmi da vivere. Un giorno mi dissero che c'erano dei provini in un club vicino a San Paolo. Nemmeno ci volevo andare, ma fu il padrone della fabbrica ad accordarmi un permesso per darmi la possibilità di giocarmi questa possibilità. Il provino andò bene e fui preso all'Uniao Sao Joao. Il primo vero contratto l'ho firmato quando realizzai una doppietta contro il Santos di Robinho"

Poi sei arrivato in Italia con un dvd
"Devo ringraziare Mezavilla che spedì il mio dvd a Lanciano dove c'era Castori. Lui per me è come un secondo padre perchè mi ha insegnato i movimenti e il calcio italiano e inoltre mi ha spostato da punta ad ala dove poi sono esploso arrivando in serie A"

Atalanta-Napoli, una gara mai banale per i bergamaschi. Come mai?
"Dopo il derby con il Brescia è sicuramente la gara più sentita qui. Il Napoli viene vista come una squadra di blasone. E' anche un modo per prendersi in giro tra bergamaschi ed i tanti napoletani che lavorano in zona"

Deluso da Gasperini? Cosa ne pensi di Sarri?
"Il Gasp non mi ha deluso, dico solo che ha bisogno di tempo. Il fatto che abbia cambiato sempre formazione è sintomo che deve trovare ancora la quadratura del cerchio. Sarri invece non è più una sorpresa, ma una realtà del calcio italiano. A me piace molto perchè fa giocare a calcio le sue squadre. E' l'allenatore giusto per far sognare una piazza fantastica come quella napoletana"

Bonaventura, Gomez, Callejon, Mertens, Insigne: da ex ala quale vorresti sempre nella tua squadra?
"Non rinuncerei mai a Bonaventura, Callejon e Insigne. Sono tre giocatori fantastici senza nulla togliere agli altri"

Hai qualche ricordo particolare contro il Napoli?
"Non me ne vogliano i tifosi azzurri, ma contro il Napoli ho segnato il gol più bello della mia carriera (ride ndr). Contro di loro abbiamo sempre fatto grandi gare. Domenica servirà un'ottima Atalanta per battere la squadra di Sarri. Il fattore campo può essere un'arma in più per Gasperini"

Uno molto legato al Napoli era German Denis, come viveva questa partita per lui non uguale alle altre?
"German ci diceva sempre che per lui era una gara speciale, ma che voleva assolutamente vincere. Per noi è stato un elemento fondamentale, si caricava la squadra sulle spalle. A Bergamo trovò l'ambiente giusto. Contro il Napoli dava più del massimo perchè voleva perchè ci teneva a sottolineare che fu un errore cederlo. Di ex Napoli ho avuto anche Cigarini che, anche lui come German, voleva dimostrare che si erano sbagliati a cederlo a cuor leggero"

Ora c'è Grassi...
"Lui ha pagato forse il salto troppo veloce in una grande squadra come il Napoli. In più ha avuto un infortunio al ginocchio che non l'ha aiutato. Un anno di Atalanta non può che fargli bene per poi ritornare da protagonista in azzurro"

Quanto ti ha ferito da ex Atalanta la storia calcioscommesse con il coinvolgimento del tuo ex capitano Doni?

"Mi ha ferito tantissimo. Cristiano con noi è stato fantastico, non ho mai visto un capitano con quella grinta. Leggere poi di queste vicende ti fa male perchè vuol dire che nello spogliatoio avevi vicino uno che ti prendeva per il sedere. Non capirò mai i motivi di questa sua scelta. Noi siamo calciatori, siamo privilegiati perchè facciamo una vita agiata e guadagnamo bene mentre c'è gente che si sveglia la alle 5 di mattina e non arriva a fine mese. Perchè organizzare certe cose? Ha ferito me, tutto lo spogliatoio e una città intera che lo amava"

Ci racconti la storia del corteggiamento del Napoli? 
"Era il 2006, il direttore Marino pensava che fossi io il padrone del mio cartellino mentre era il Cesena. Litigai con Pierpaolo perchè pensava che io non volessi venire a Napoli, ma non era vero. Loro dovevano solo trovare un accordo col cesena che deteneva il cartellino, poi con me non ci sarebbero stati problemi. Di Napoli me ne avevano parlato bene, il San Paolo è uno stadio unico. Sarebbe stato fantastico giocarci"

Riproduzione riservata

Notizie Calcio Napoli