Acerbi: "Insulti? Tutto deve finire in campo. Altrimenti tutto diventa condannabile, anche gli insulti ai serbi o alle madri"

29.03.2024
13:20
Redazione

Francesco Acerbi, nell'intervista al Corriere della Sera, risponde così alla domanda sul fatto che il rettangolo verde di gioco non debba essere in alcun modo una zona franca per gli insulti di qualsiasi genere:

ll campo non deve essere una zona franca.

«Non dovrebbe esserlo, ma si sente un po’ di tutto, anche se ci sono quaranta telecamere. Se l’arbitro dovesse scrivere con carta e penna tutto quello che sente, dovrebbe correre con lo zaino. Però finisce sempre lì, altrimenti diventa tutto condannabile, anche gli insulti ai serbi, agli italiani, alle madri».

Lei che ha avuto un cancro e una recidiva si è mai sentito discriminato?

«Certo, per questo ritengo che se uno sbaglia è giusto che paghi, come io ho pagato la multa quando ho mostrato il dito medio ai tifosi della Roma che mi urlavano “devi morire”’. In migliaia lo gridavano a me, che sono guarito due volte da un tumore e che sono testimonial dell’Airc».

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