AIA, Marcello Nicchi
AIA, Marcello Nicchi

AIA, Nicchi: "Buona la prima con gare importantissime, ma basta proteste inutili. Il mio futuro? Quando sarà il momento lascerò"

21.06.2020
04:00
Redazione

Ripresa Serie A, le parole del presidente AIA Marcello Nicchi

Ultime notizie calcio. Marcello Nicchi, presidente dell'AIA, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni de La Gazzetta dello Sport

Oggi ci siamo davvero, gli arbitri sono pronti?
«Hanno già dimostrato di esserlo. In questi mesi sono stati irreprensibili: si sono preparati, hanno lavorato secondo i piani personalizzati di allenamento, con i metodi consentiti. Quando dall’ipotesi si è arrivati alla certezza di riprendere si sono fatti trovare pronti, sani. Hanno accettato i controlli sanitari, il raduno, la preparazione e le tempistiche. E ora sono caricatissimi, vogliosi di essere i protagonisti in senso positivo di una ripartenza che dopo tante vicissitudini porti tutti ad amare sempre più il calcio, che come si è visto è mancato a tutti».

Anche a porte chiuse...
«Quando li ho sentiti, dopo queste tre partite, i nostri arbitri mi hanno manifestato una grande emozione per il fatto che si giocava e si arbitrava in un ambiente surreale: è più difficile farlo in uno stadio vuoto che di fronte a 80 mila persone. È più dura trovare la concentrazione e l’equilibrio, la giusta misura nelle interpretazioni e nel colloquio con i giocatori. Detto questo, direi che meglio non si poteva fare».

Buona la prima, quindi?
«Beh, è vero che gli arbitri hanno preso le decisioni giuste, ma c’era una collaborazione mai vista prima. Le partite che si sono giocate erano importantissime perché portavano nel mondo il modo di fare degli sportivi italiani e davanti al mondo abbiamo fatto la nostra figura»

E il futuro di Marcello Nicchi? Non è un mistero la candidatura per un quarto mandato all’orizzonte. Cosa la spinge a non voler smettere?
«Vedo un movimento arbitrale forte e cresciuto al quale ho l’obbligo di dare nuovi dirigenti. Ci siamo vicini, quando sarà il momento lascerò ad altri. Prima gli arbitri passavano ad altri mondi, per diventare opinionisti o altro, adesso sempre di più restano in questo ambiente. Abbiamo lavorato duro anche dopo momenti difficili come calciopoli per crescere e ora dobbiamo mantenere l’Aia al sicuro. Perché una cosa bella fa gola a tutti, a maggior ragione adesso. Nelle disgrazie, si sa, c’è sempre chi si frega le mani, chi gode degli insuccessi...».

Sul suo tavolo c’è anche il programma di tornare indietro e riunificare gli arbitri di A e B.
«C’è tanto lavoro da fare in questo momento. Spero di avere anche il tempo per questa riunificazione. C’è poi da lavorare anche per il completamento del centro Var a Coverciano. Ma non mi chieda i tempi, la pandemia ha cambiato davvero tutto».

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