Di Lorenzo: "Abbiamo capito di poter vincere lo scudetto dopo Napoli-Roma. C'è una gara che vorrei rigiocare. Campionato o Champions? Perché non tutti e due..."
Calcio Napoli, il capitano Giovanni Di Lorenzo ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport.
Calcio Napoli - Giovanni Di Lorenzo ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport. Davvero tanti i temi toccati dal capitano del Napoli. Di seguito i punti più interessanti evidenziati dalla redazione di CalcioNapoli24.
Intervista Di Lorenzo al Corriere dello Sport
Ecco le dichiarazioni rilasciate da Giovanni Di Lorenzo al Corriere dello Sport:
Ora è il capitano del Napoli.
«La fascia che è appartenuta a Diego è sul mio braccio. Rappresento compagni semplicemente favolosi e ne sono fiero: di più non potrei chiedere».
La gara in cui avete capito che sareste diventati campioni d’Italia?
«Dopo il 2-1 con la Roma al Maradona, vinta in prossimità del 90’. Potevamo accontentarci, fare di calcolo, invece abbiamo voluto quei tre punti e ci siamo ritrovati con l’Inter a tredici. Non erano tantissimi, non erano pochissimi, anche se eravamo alla fine di gennaio. Ma quella sera ci siamo impadroniti del nostro destino, abbiamo scavato un fosso dalla seconda e soprattutto abbiamo lanciato un messaggio pure a noi stessi. Non è un caso se poi il distacco si è ingigantito».
Campionato o Champions?
«E perché non tutti e due? La nostra garanzia è la mentalità, un patrimonio che ci portiamo appresso e che ingigantisce la qualità del gruppo. E allora, confermo: tutti e due. Ce le andremo a giocare, poi si vedrà. E poi, gli effetti di questo trionfo sono qua: Dimaro e Castel di Sangro prese d’assedio; l’allegria dei nostri tifosi che ci coprono del loro amore. Una cosa posso garantirla: di vincere nessuno si è mai stancato, men che meno noi. ».
La sfida da ripetere.
«Vorrei rigiocare la partita con il Milan, l’andata o il ritorno di Champions, o semmai tutte e due. Le decisero gli episodi, i dettagli, il caso, anche il momento. Ma fu una delusione. E lo dico con il rispetto che si deve ad un’avversaria di assoluto valore».