Corbo: "Napoli a Madrid con un vantaggio, che astuzia De Laurentiis! Via alla sfida tra entità diverse: i soliti eccelsi contro la nuova orchestra"
15.02.2017
14:50
Redazione
Scrive Antonio Corbo nel suo editoriale per La Repubblica: Quelli del Real si sentono giganti sulla terra. Esagerano, nel 2016 hanno incrociato le prime luci del tramonto, l’esonero di Benitez dopo crisi di gioco, sconfitte e liti. La tormentata scelta di Zidane trasferito dal Castilla, promosso tra voci di congiure dalla seconda alla prima panchina del club. Ma è stato proprio questo un altro anno di trionfi, Champions e titolo mondiale. Il Real si rialza sempre, la presunzione è pari alla sua capacità di ripresa, quanta vanità nei finti sospiri del suo motto, “Condannato a vincere”, ma anche armonia tra la tecnica dei migliori come Ronaldo e la determinazione di irriducibili come Ramos.
Il Napoli si fa precedere in Spagna dalle notizie dei gol: 57 contro i 54 del Real. Dalle testimonianze di Arrigo Sacchi, ancora un santone da quelle parti, sul suo gioco ritmato. Si presenta poi con il più grande calciatore di tutti i tempi. Un’astuzia di De Laurentiis: come una giovane signora che arriva al galà indossando i gioielli della suocera, il Napoli per sentirsi alla pari rispolvera gli ori del passato, il primo è Diego, poi Careca, qualche altro. A tredici anni dalla rifondazione, si ricollega agli scudetti. Poco importa che siano stati vinti da un altro Napoli, da Corrado Ferlaino, Antonio Juliano, Dino Celentano, Eugenio Gallo, Gianni Punzo, Enrico Isaia, Eddy Monetti, Pasquale Carbone. Come in un gioco di prestigio, a Madrid il nuovo Napoli ritrova il vecchio, c’è tutto un passato che torna, e fa sentire più forte il Napoli, fondato nel 1926 come rivendicano gli eterni ragazzi delle Curve, rifondato nel 2004 da De Laurentiis. La sua fantasia di uomo dello spettacolo lo spinge a riacquistare Maradona. Era immenso quando giocava, Diego è unico quando porta a spasso il suo passato. Se prima vinceva scudetti, ora può scatenare il marketing e avvicinare il terzo. Bel colpo di De Laurentiis se riuscirà a far coincidere interessi e umori con lo scapricciato idolo di Napoli. Con inedita ironia, si presenta spavaldo anche Sarri. Ma avverte «che non è si può snaturare il Napoli». Lo pensa, certo. Ma è difficile immaginare pressing alto e assedio al Real. L’esito della gara è proprio negli spazi che dovrà concedere. Il miglior Napoli, elegante e concreto, si è appena visto. Quando riparte in profondità con velocità e controllo. Il Real è pericoloso se giocano larghi Benzema e Ronaldo, con Vazquez in inserimento. Tendono a disunire Albiol e Koulibaly. Giusto riproporre Diawara più sveglio e tenace, ma anche più alto contro un Real insidioso sui calci piazzati. Fa sperare Zielinski, scelto per limitare il tedescone Toni Kroos. L’uomo chiave può essere Callejòn. I suoi tagli possono liberarlo da Marcelo, il brasiliano con chioma da cantante blues, troppo bravo per fare il difensore puro. Ex trequartista del Fluminese, dovrebbe trascurare Callejòn, sponda nelle proiezioni offensive con Mertens e Insigne. I due difensori esterni diventano spesso ali, un lusso che il Napoli può punire. Perché questa è una grande sfida tra entità diverse: i solisti eccelsi del Real contro la nuova orchestra Napoli.