Coronavirus, in Italia 30 studi sul farmaco: quale cura è più efficace?

05.06.2020
10:30
Redazione

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Ultime notizieFrancesco Menichetti, infettivologo Università di Pisa, risponde alle domande del Corriere della Sera in merito agli studi sui farmaci contro il Coronavirus: 

A 5 mesi dall’esordio di Covid-19 in Cina, esiste una terapia sicura ed efficace?

Al momento non esistono terapie supportate da evidenze scientifiche schiaccianti in base alle quali poter affermare di avere in mano la cura. A livello internazionale sono stati pubblicati studi preliminari, mancano i lavori conclusivi. Il ritardo delle risposte dipende dal rallentamento dell’epidemia. In alcuni Paesi (Cina, Taiwan, Italia) i casi di infezione si sono drasticamente ridotti e ci sono difficoltà a reclutare pazienti.

L’Italia sta contribuendo alla ricerca?

Autorizzati dall’Agenzia italiana del farmaco circa 30 studi controllati (un gruppo di pazienti prende il farmaco da testare, il secondo gruppo segue la terapia tradizionale). Per Renato Bernardini, ordinario di farmacologia a Catania, «molti studi cinesi hanno una debolezza scientifica intrinseca, riguardano 10-12 pazienti, quindi non hanno valenza statistica enorme».

Quali sono i farmaci più promettenti?

L’unico ad aver avuto l’approvazione come anti-Covid è il Remdesivir, antivirale pensato per Ebola. L’agenzia americana Fda gli ha dato via libera con procedura speciale a maggio, l’europea Ema si appresta a farlo, presto anche Aifa sarà chiamata a valutarlo. Negli studi preliminari avrebbe mostrato efficacia e sicurezza nelle fasi di malattia precoce, capace di contrastare la replicazione del virus Sars-CoV-2. In Italia viene dato a tutti pazienti ed è in sperimentazione associato ad altre terapie.

E la plasmaterapia?

Si tratta di trasfondere il plasma donato da persone guarite dal Covid nei nuovi ammalati. Lo studio Tsunami italiano prevede la partecipazione di 60 centri, coordinati da Francesco Menichetti (Pisa) e Cesare Perotti (Pavia). Ma non parte per mancanza dei circa 470 pazienti da reclutare. I primi dati (ultimo rapporto pubblicato su Jama da ricercatori cinesi, 100 casi) sembrerebbero confermare una certa efficacia su malati meno gravi come è stato visto a Pavia e Mantova su 46 casi.

Cosa si sa dell’idrossiclorochina?

L’antimalarico è stato sospeso per uso clinico anche in Italia. Un articolo comparso su Lancet sosteneva aumentasse il rischio di morte, ma ieri tre dei quattro autori hanno ritirato la loro partecipazione: «Non possiamo garantire la veridicità delle fonti».

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