Cucci: "Mandate Doveri in vacanza! Che Messina scegliesse il miglior arbitro per la sfida scudetto"
C'è un arbitro, Daniele Doveri di Roma, che dovrebbe prendersi una vacanza. Sta al designatore, Messina, consigliargliela. O imporgliela. Quello che ha combinato a Napoli di avvelenare un campionato che, escluse le ripetute e a volte gratuite proteste di Mancini, avanza verso la conclusione senza produrre scandali o contestazioni feroci. Anzi: son di pochi giorni fa gli elogi spesi per Irrati e la sua intelligente direzione di Lazio-Napoli in particolare per la sospensione decretata in favore di Koulibaly insultato dai fessi dell'Olimpico. Direte: già che ci sei, proponi un riposino anche per Massa di Imperia che ha ignorato un chiaro rigore a favore della Roma. Ok. Ci sto. Anche se la prestazione di Doveri è stata pessima e “mirata”, come se avesse un fatto personale con Callejon, cui ha negato un rigore e un gol valido, aggiungendo poi l’espulsione del giocatore del Carpi, Bianco, scambiandolo con Zaccardo quasi a voler riparare gli errori precedenti. Ci avrebbe comunque pensato, è ovvio, ma adesso il designatore deve scegliere per la partitissima Juve-Napoli il miglior arbitro in assoluto. E lo sa lui, chi è. Un errore nella cosiddetta Sfida Scudetto (personalmente non la vedo così decisiva) danneggerebbe gravemente un bel torneo che merita di essere onorato nel nome di Higuaìn e Insigne da una parte, Dybala e Morata dall’altro. Fermo restando il valore di tutti gli altri contendenti. Chi non avesse mai visto prima all’opera Napoli e Juventus, vedendole strenuamente impegnate da Carpi e Frosinone avrebbe potuto trarre conclusioni negative sulle aspiranti allo scudetto; ma noi - che non siamo Lotito - siamo felici di rivelargli che il campionato italiano è bellissimo proprio perché ogni squadra ha una dignità tecnica e tattica che non è rivelata dalla classifica ma dall’impegno professionale di tutti i contendenti. Basta rivedere la partita del Verona che ha sfiorato l’impresa di battere l’Inter, non riuscendovi più per ingenuità che per gravi errori. Ma basta anche ripensare le imprese dell’Udinese a San Siro, del Chievo a Torino e del Palermo a Sassuolo per convincersi che qui non siamo in Spagna, dove esistono solo Real e Barça, mentre prendiamo atto della bellezza della Premier dove ormai comanda la scuola italìana, come sta dimostrando il Leicester di Ranieri, perfetta sintesi di valori difensivi e potenza offensiva. A proposito, partecipo al dibattito settimanale per dire che per vincere ci vuole un’ottima difesa al servizio degli attaccanti. Primo non prender gol, poi farne. Koulibaly e il Pipita, Reina e Insigne giocano insieme. Come Buffon, Bonucci, Chiellini e Dybala.