Cucci torna sui suoi passi: "Quella del maestro Benitez è un'orchestra di qualità. No, il mio non è un dietrofront"
Da quando Ghoulam, Koulibaly, Albiol e Maggio cantano intonati con Insigne, Hamsik, Callejon e Higuaìn, felicemente accordati da Lopez e Jorginho e Mertens, il Maestro Benitez ha finalmente creato un’orchestra di qualità, appassionante, degna dei sogni del popolo azzurro e - lo ripeterò fino alla noia - dell'impresario Aurelio De Laurentiis. Giocando così, una volta costruita una difesa degna della scuola italica, il Napoli può proporsi candidato a sfidare la Juve come e più della Roma che ha già perentoriamente domato. Faccio marcia indietro? No: vado avanti, perseguendo come sempre la realizzazione di una squadra perfetta cui è mancata per troppe partite la convinzione di esser grande perchè, nonostante possedesse il potenziale offensivo più grande d'Italia (e non solo), le mancava la sicurezza difensiva, essenziale per qualsivoglia conquista. L’ultima immagine di Fiorentina- Napoli, quel gol viola sventato da un Koulibaly gigantesco, deve valere a futura memoria, insieme al disegno di compattezza esibito con illuminante chiarezza che dopo tanto tempo fa parlare di Titolarissimi e di traguardi fin troppo cantati quando a determinare i risultati erano gli errori difensivi e oggi immaginabili perché è arrivato l’Equilibrio. Ancora un passo avanti, ancora una coordinazione offensiva che impedisca lo spreco di gol esibito anche ieri, e la Signora dei Sette Gol, la potente armata di Tevez, Llorente e Morata potrà essere almeno sfidata se non superata. Higuaìn non è da meno, Callejon un grande sicuro. È certo - per il bello del campionato ma anche per il cruccio degli azzurri - che la Juventus di Allegri ha trovato, prima in Champions eppoi in campionato, la sua Nuova Via, dimenticando l’Intensità di Conte e inaugurando l’Audacia dopo aver offerto nella prima fase del torneo momenti di ansia e incertezza. Accontenterò i gaudenti fans di Benitez - che pur rammento afflitti da precipitosi scoramenti - rinunciando ai rimpianti per i punti sprecati: Firenze rappresentava una prova decisiva, è stata superata a pieni voti con la quarta vittoria e - ribadisco - con tutti i migliori. Ho letto, in questi giorni, note...alpinistiche (salir di roccia in roccia con fatica) sul turnover; be’, son felice di avere aperto un dibattito culturale che anche iersera si è chiuso con mia grande soddisfazione: coi migliori si vince. E la Fiorentina, consentitemelo, pur difettosa e per certi versi deludente, non è lo Young Boys.