Juventus, Bernardeschi: "Ronaldo? Siamo eccezionali, con lui ancora di più! Quest'estate ho pianto davanti ad un indiano che cantava al tramonto..."

04.10.2018
10:50
Redazione

Federico Bernardeschi, attaccante della Juventus, ha rilasciato un’intervista a Tuttosport. Com’è Cristiano Ronaldo compagno di

Federico Bernardeschi, attaccante della Juventus, ha rilasciato un’intervista a Tuttosport.

Com’è Cristiano Ronaldo compagno di squadra? 

«Il Ronaldo giocatore lo conoscono tutti e personalmente l’ho sempre ritenuto il più forte del mondo, ho sempre preferito lui a Messi. Quello che ho scoperto è che è anche una persona eccezionale: un ragazzo umile e con una straordinaria positività. Una positività che trasmette a tutto l’ambiente, è contagiosa: è in questo che lo preferisco a Messi. Ricordo la finale dell’Europeo in cui dovette uscire per infortunio a metà primo tempo: in panchina faceva l’allenatore aggiunto, non ha smesso un attimo di incitare i suoi, di aiutarli a trasmettere quella positività di cui parlavo. La Juventus sul piano della mentalità vincente era già una società eccezionale, senza niente da imparare da nessuno, ma l’arrivo di Cristiano ha portato ancora un qualcosa in più. Basta pensare all’espulsione di Valencia: il fatto che uno che ha vinto cinque Palloni d’Oro, cinque Champions e tutto il resto si metta a piangere perché è stato espulso la dice lunga sulla sua passione. Sono andato a dirgli di stare tranquillo, che è il più forte del mondo, perché non volevo vederlo piangere: non se lo meritava perché quell’espulsione era stata realmente ingiusta». 

 Visto il livello della rosa le partite in famiglia devono assomigliare a dei quarti di Champions: aiuta? 

«E’ una fortuna: la forza della Juve è anche in questo. Più alto è il livello in allenamento e più alto è poi in partita. Ogni giorno quando vai al campo sai che devi essere concentrato al massimo, sennò la palla non la strusci mai e questo alza l’asticella sempre di più, avere grandissimi giocatori ti fa crescere ogni giorno. Anche un possesso palla a ritmo elevato è duro: c’è sempre competitività tra le due squadre che si affrontano». 

Quest’estate ha fatto una vacanza diversa dalle mete classiche dei calciatori: ce la racconta? 

«Negli Stati Uniti, un giro dell’Ovest partendo da Las Vegas, andata e ritorno tutto in macchina. La Monument Valley è veramente toccante. Mi sono messo a piangere di fronte a un indiano che cantava per fare il saluto al sole al tramonto, una spiritualità veramente incredibile. Poi attraversavo un periodo particolare: da un lato ero molto felice per quello che avevo conquistato, dall’altro ero dispiaciuto per aver saltato per infortunio proprio il momento migliore della stagione, quello in cui le vittorie si erano concretizzate, e per la Nazionale. E’ stato un viaggio che mi è servito per staccare e per rigenerare energie. Oltre che per scoprire posti meravigliosi. Oltre alla Monument Valley anche la Death Valley è stupenda e Venice Beach, a Los Angeles, un quartiere meraviglioso. Un viaggio che consiglio». 

Quali sono gli obiettivi stagionali? 

«Li conosciamo: vincere tutto o almeno provarci fino in fondo. In Champions le favorite sono quelle di sempre e noi ci siamo: poi è una competizione fatta anche di dettagli e sfumature, in cui può cambiare tutto in un minuto o in meno di un minuto... come l’anno scorso...».  

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