Lavezzi, Lo Russo e gli striscioni in curva: spunta un retroscena sulla cessione

15.04.2017
13:00
Redazione
La Procura della Federcalcio acquisisce gli atti dell’audizione in commissione parlamentare Antimafia del pm Enrica Parascandolo, titolare delle indagini sulle ramificazioni del clan camorristico Lo Russo di Miano. Alle domande dei commissari di Palazzo San Macuto, la magistrata ha ricostruito l’amicizia fra Antonio Lo Russo, l’ex boss oggi collaboratore di giustizia fotografato a bordo campo durante la partita Napoli-Parma disputata al San Paolo dell’aprile 2010, e il calciatore argentino Ezequiel Lavezzi, oggi in Cina. La pm Parascandolo ha però escluso che siano emerse frequentazioni dei vertici del calcio Napoli con i clan per gestire la curva. Ci sono i verbali riempiti da Lo Russo da quando ha iniziato a collaborare. L’ex boss ha confermato quanto già riferito da Lavezzi ai magistrati, cioè che i due erano diventati amici al punto da comunicare con un cellulare “dedicato”. Su un punto però le versioni divergono: Lo Russo dice che a presentarli fu il ristoratore Marco Iorio, Lavezzi dice di averlo conosciuto come capo ultrà. Il pentito ha rivelato che Lavezzi gli chiese di esporre nelle due curve del San Paolo lo striscione “Il Pocho non si tocca”. In cambio, l’ex boss si fece promettere dall’attaccante che, in caso di cessione, non sarebbe andato alla Juve, né all’Inter. Lo riporta La Repubblica Napoli.
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