Un pentito di Scampia chiama in causa Izzo: "Da giovane voleva affiliarsi, il capoclan si oppose"

24.05.2016
08:50
Redazione

Armando Izzo, giovane difensore del Genoa e della Nazionale italiana, è nato e cresciuto, anche calcisticamente, a Napoli. Più precisamente, però, è originario di Scampia. Sull'edizione odierna del Corriere della Sera, si leggono le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, che racconta che quando Armando Izzo aveva 15 o 16 anni voleva diventare uno di loro. Il 27 luglio del 2015, Antonio Accurso, fratello del boss più potente della Vinella (Umberto, arrestato meno di due settimane fa ) dichiara: «Nel periodo 2007-2009, Izzo Armando non voleva più giocare a pallone e voleva affiliarsi con noi della Vinella Grassi, ma noi ritenemmo importante per lui che giocasse a pallone». Un altro collaboratore, Mario Pacciarelli, conferma: «Voleva diventare un affiliato della Vinella Grassi». Aveva un cugino nel clan, Gaetano Petriccione, e «voleva fare “il suo ragazzo”, affiancarlo in attività criminali». Ma dal carcere il capoclan Armando Petriccione, padre di Gaetano e zio acquisito di Armando, non diede il benestare: «Fece giungere al figlio un’ambasciata, dicendo che Armando, avendo un talento come calciatore, doveva seguire quella vocazione, come avrebbe voluto il padre».

Izzo, nel frattempo, si difende dalle accuse della Procura antimafia di Napoli, che sta indagando sulla contraffazione di alcune partite: «Sono vicende a me estranee — dice Izzo —. Sono un calciatore e non ho mai pensato di truccare una partita. Nelle due gare sotto accusa non ho neanche giocato».

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