Pelillo...nell'uovo - L'assist di Mancini nell'eterno cantiere aperto azzurro...

21.01.2021
12:40
Redazione

In una finale non si potevano certamente cancellare cose già ampiamente viste in questa stagione. Il Napoli conferma di essere un cantiere aperto da troppo tempo. La partita è stato un classico da finale all'italiana vecchia maniera con le squadre concentrate innanzitutto a bloccare le fonti del gioco dell'avversario. Non è stato un bel vedere ma la Juventus l'ha cercata di più. Il Napoli è partito in maniera, forse, troppo attendista, o lo è stato per troppo tempo perché sono mancate le contromosse ad una fase propositiva molto faticosa. La Juventus, dal canto suo, andava a raddoppiare su Insigne e Lozano, che quando hanno potuto approfittare di in naturale allentamento delle marcature, hanno creato dei pericoli. I bianconeri, però, negli spogliatoi si sono ricordati di essere la Juventus e sono scesi in campo con più consapevolezza e voglia di osare. A questo aspetto, va aggiunta la mossa di Pirlo che, nonostante la sua inesperienza, ha inserito Bernardeschi per Chiesa premendo sulla fascia sinistra.

Gattuso non ha dato risposte alla mossa dell'amico e collega. Non si è mai tentato, ad esempio, di spostare Zielinski sulla linea dei centrocampisti per liberare Insigne dall'eccessivo lavoro di copertura. Non è un caso che il ct Mancini, presente in tribuna, abbia sottolineato che Insigne copre troppo campo mentre è pericoloso quando si trova vicino alla trequarti. Un assist involontario a Gattuso che sta utilizzando Insigne come in passato avevano fatto Benitez e, più recentemente, Ancelotti, ossia da quarto di centrocampo. Nulla è stato tentato tatticamente anche per provare a liberare Lozano. Il Napoli lo ha cercato troppo poco per le qualità di cui è dotato. Era marcato stretto, e ci si è arresi a questa banale difficoltà assistendo inermi, come se non fosse naturale mettere i raddoppi sul messicano. Lozano e Insigne sono i calciatori di maggiori qualità in attacco in questo momento per Gattuso e non possono essere prigionieri di moduli perché i pericoli li creano soprattutto loro due e bisognerebbe sistemare la squadra in campo per loro.

La Juventus l'ha cercata di più e Pirlo aveva preparato le contromosse ma è mancata anche la giusta convinzione al Napoli. Troppo timidi gli azzurri, che hanno fatto pesare ancora una volta l'assenza di un trascinatore, di un leader. Quanto sarebbe servito un Ibrahimovic a questo Napoli è cosa che in tantissimi pensano, ma si è soltanto al futuro, ed oggi? Il volenteroso Petagna fa quel che può ma è naturale che quando si affrontano certe squadre, emergono i limiti di un calciatore che arriva da una compagine retrocessa e che l'Atalanta ha pensato di dare per sostituirlo con Zapata... Gattuso può aver peccato di aver rinunciato a delle contromosse offensive, ma è pur vero che al centro dell'attacco ora non ha alternative e che se in campo non ha un leader, lui non può farci nulla.

Insigne non va criticato per un rigore che avrebbe potuto cambiare la partita. Basterebbe citare Baggio alla finale dei Mondiali americani per spegnere eventuali mugugni. Gli episodi sono stati sfavorevoli al Napoli. Il capitano, però, si sacrifica troppo e sempre. Lui lo fa in silenzio senza musi lunghi, ma quanto è produttivo chiedere sempre un sacrificio tattico all'unico calciatore che può inventarsi delle giocate in compagnia di Lozano? Vale la pena costringere sempre Insigne a coprire tutta la corsia per dare più spazio in avanti a un Zielinski bravo ma altalenante? Il gioco non sembra valere la candela se lo si fa sistematicamente senza invertire mai le cose. È il sempre che crea dubbi, non l'idea... Vedremo...

Fonte : Marcello Pelillo per CalcioNapoli24
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