Il poker di Ancelotti ed un termine da abolire
La forza delle idee, la duttilità tattica, l’arguzia, la novità. Si è detto tanto di Carlo Ancelotti e della vittoria
La forza delle idee, la duttilità tattica, l’arguzia, la novità. Si è detto tanto di Carlo Ancelotti e della vittoria di ieri ottenuta dal Napoli contro la Fiorentina. Partiamo dalla base: Ancelotti in carriera qualcosina l’ha fatto, e non solo esclusivamente grazie alla qualità immensa dei calciatori avuti a disposizione. Fa ciò che ritiene più idoneo, almeno nella sua mente.
ANCELOTTI E LA DUTTILITÀ
Basta col Sarrismo, basta con i meccanismi automatici. Basta, ormai il suo interprete (il termine ‘comandante’ è orrido) è da un’altra parte ed il suo modo di comportarsi lo sappiamo. Adesso c’è Ancelotti e c’è un altro modo di pensare il calcio che abbraccia diverse visioni. Tatticamente il Napoli è molto più camaleontico di quello dell’ultimo triennio: la stagione in fin dei conti è iniziata da poco meno di un mese, eppure nel giro di quattro partite abbiamo già avuto modo di vedere tanti schemi:
- 4-3-3, perché Ancelotti è pragmatico nel non voler buttar via ciò che di buono ha costruito Sarri;
- 4-2-3-1, quando c’è bisogno di aumentare il volume offensivo, avanzare il baricentro e spostare il peso della squadra 15-20 metri più avanti;
- 4-2-4, visto per alcuni stralci di match. Idea sicuramente interessante, ma sulla quale lavorare per trovare i giusti equilibri (soprattutto sul duo di centrocampo, chiamato a compiti fisici più gravosi);
- 4-4-2, inaugurato per una ventina di minuti ieri. Insigne al fianco dell’altra punta, Zielinski spostato sulla fascia, Callejon arretrato ed in grado di essere utile anche in fase difensiva
GIOCARE BENE O GIOCARE PER VINCERE?
Se Sarri era il volto di una squadra automatica che se ne fregava poco o niente di cambiare, Ancelotti ha già cambiato faccia più volte. Perché in fondo conta vincere, a sentir parlare i tifosi, ed il giocare bene aiuta, sì, ma non è la priorità (a differenza di ciò che si diceva fino a qualche mese fa: come si cambia con il tempo). Però c’è un appunto da fare. Per favore, non si parli di Ancelottismo: è un termine altrettanto orrido, e meriterebbe di essere messo subito in un cassetto a marcire.
di Claudio Russo - Twitter @claudioruss
RIPRODUZIONE RISERVATA