Mario Rui, terzino portoghese del Napoli
Mario Rui, terzino portoghese del Napoli

Ruivincita

18.09.2019
19:30
Claudio Russo

Poco meno di un anno fa, una foto di Mario Rui e Momo Salah diventava l'icona dell'eliminazione del Napoli. Ieri sera i ruoli si sono scambiati.

Date a Cesare quello che è di Cesare. E riconoscete a Mario ciò che è di Mario. Non deve essere semplice convivere con un dito puntato addosso. Non è da Napoli. Non merita la maglia azzurra. Con lui si gioca in dieci. Se ne sono dette tante sul conto di Mario Rui, e non è detto che ne diranno ancora. Ma la rivincita è dolcissima, soprattutto quando il palcoscenico è quello migliore e l’avversario è lo stesso.

Mario Rui, terzino portoghese del Napoli

Mario e la copia sbiadita di Ghoulam

L’immagine del 11 dicembre del 2018, con Salah che supera un Mario Rui in posizione obliqua, è tornata in voga sui social in questi giorni: magari si ripropone, magari no. Ci speravano solo i più ottimisti, visto il rendimento strepitoso di questo Liverpool (due sconfitte col Napoli in meno di un anno, nel 2019 i Reds avevano perso solo con Manchester City, Wolverhampton e Barcellona). Detto ciò, la prestazione di Mario Rui, ieri sera, serve a scrollarsi da dosso e a riproporsi con fiducia per il futuro - anche perché Ghoulam nei quasi due (!) anni post-infortunio è una copia sbiadita del precedente.

Mario Rui, terzino portoghese del Napoli

La museruola a Momo Salah

Dicevamo, Mario Rui. Posizione media ad altezza Allan-Fabián, altissima. Due uno-contro-uno vinti, due contrasti vinti su due, un salvataggio, quattro palloni intercettati, quattro cross, quattro passaggi lunghi completati, un assist per Mertens che solo Adrián - parata dell’anno? - evita di rendere realtà. Le statistiche, da sole, lasciano il tempo che trovano. Conta anche altro, conta esser riuscito a mettere la museruola a Mohamed Salah, che 279 giorni fa lo aveva reso protagonista di un rapporto di forza ieri capovolto.

Mario Rui, terzino portoghese del Napoli

La rivincita attesa

Il rifarsi di una sconfitta subita, di un insuccesso; rivalsa. Questa è stata la partita di Mario Rui. Strano il calcio, vero? Tre mesi fa ne veniva annunciato l’addio (I presupposti non ci sono per una conferma, lavoreremo anche per un suo addio”, 1 giugno), anche perchè bersagliato di commenti negativi sui social ("Sta vivendo un ambiente ostile, se c'è la possibilità di cambiare aria lo faremo”), (“In un certo momento si è sentito di voler lasciare la squadra per i tanti insulti che ha ricevuto”). Poi il mercato ha le sue dinamiche, un’offerta non soddisfacente e la convinzione - in casa Napoli - che un sostituto affidabile come lui sia anche difficile da trovare. Una conferma che dal mercato si trasferisce al campo, che arriva anche con Ancelotti ("È vero, sembrava che Ancelotti appena insediato non credesse in lui e invece guardate come è andata a finire. Ora è un intoccabile”). E adesso? Ancelotti l’ha recuperato e gli ha dato fiducia, Mario Rui la sua rivincita se l’è presa. E tanti saluti a Salah, almeno per una notte…

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