De Laurentiis: "Contestazioni? Sono pochi delle Curve! Penso solo al guadagno? Se volevo intascavo 300mln dal Chelsea. de Magistris 'Masaniello' populista, se chiedessi i danni..."
Intervistato dai colleghi della carta stampata de Il Mattino, Aurelio De Laurentiis, patron del Napoli, ha rilasciato una lunga intervista. Ecco uno stralcio evidenziato
Intervistato dai colleghi della carta stampata de Il Mattino, Aurelio De Laurentiis, patron del Napoli, ha rilasciato una lunga intervista. Ecco uno stralcio evidenziato dalla redazione di CalcioNapoli24.it:
Quali sono le sue aspettative?
«Mi aspetto che quando arriva un nuovo allenatore si faccia reciprocamente tesoro delle rispettive esperienze: noi di lui e lui di questi ultimi tre anni di un Napoli che è cresciuto con grandi campioni. Se avessimo cambiato molti giocatori avremmo dovuto aspettare il loro amalgama. Infatti Ancelotti ha subito preferito allenare questi campioni che ritiene interessanti. Servono pazienza e tempo. Nessuno può mettere in discussione una figura come Ancelotti e un organico che ha portato 91 punti ed è stato rafforzato da Verdi, Ruiz, Karnezis, Malcuit e Ospina per dare tempo a Meret di rientrare».
Da parte sua sembra ci sia un’invocazione alla calma e alla compattezza ambientale in una città in cui in quest’estate e soprattutto negli ultimi giorni un po’ di fermento si è avvertito: i tifosi sembrano avere fretta, lei cosa risponde?
«Ho fatto chiarezza sul fermento. L’errore è quello di non distinguere il tifo generale da una piccola minoranza delle curve. In realtà vorrei vedere chi sono coloro che hanno affisso i manifesti in città sin dai primi giorni del ritiro a Dimaro quando il mercato si era appena aperto. È chiaro che c’è uno scontro frontale tra la società e delle piccole frange di tifosi delle curve. Ho deciso di vivere nel mondo del calcio e di fare impresa ed è questo il grosso problema che mi divide dalla filosofia di alcune minoranze di tifosi: loro ragionano con il cuore e questo è apprezzabile e condivisibile però è altrettanto vero che non parliamo più di club ma di società per azioni e che bisogna fare impresa. Quindi le motivazioni del cuore devono convivere almeno al 50 per cento con la ragione. E la ragione è solo la matematica: avevo una squadra che ha fatto 91 punti, il record della storia del Napoli e non ho venduto nessuno. Anzi Koulibaly mi è costato più di un grandissimo acquisto per poterlo mantenere e non farlo andare in altri lidi. E il mio tergiversare nei confronti di Sarri ha ottenuto una duplice garanzia: lui e il Chelsea non possono, per accordi raggiunti, comprare i nostri calciatori. Questo vuole dire serietà, perché se avessi voluto soltanto guadagnare avrei considerato un’occasione il passaggio di Sarri al Chelsea. Perché avrei potuto telefonare a Marina Granovskaia e chiedere 300 milioni per Tizio, Caio e Sempronio e avrei ricomprato con una manciata di milioni dieci giocatori: questo avrebbe dovuto fare imbestialire, ma non è stato fatto».
Anche lei però è entrato a gamba tesa: è così difficile trovare una sintesi tra le varie posizioni?
«Non credo che dobbiamo fare i perbenisti o scandalizzarci quando si dicono certe cose. Ci sono dei problemi di sicurezza in tutti gli stadi più importanti d’Italia e il capo della polizia Gabrielli lo sa».
Il sindaco DeMagistris ha detto in un’intervista al Mattino che per il San Paolo lei non ha investito un euro e che poi ha rilevato il Bari: come commenta queste parole?
«Se ha affermato che io non ho investito un euro nel San Paolo è una dimostrazione di come lui non sappia fare il sindaco, perché non sa nemmeno quello che accade in casa sua. Noi abbiamo investito nello stadio tantissimo e DeMagistris deve stare attento, perché se gli dovessi chiedere i danni che mi hanno procurato lui e la precedente amministrazione in questi 14 annimi farei quattro risate. De Magistris la deve smettere di fare il populista e il Masaniello. Quando gli feci notare, tre anni fa, che il San Paolo era un cesso e gli feci una proposta di investimento personale di 18 milioni, Auricchio si permise di snobbarmi, asserendo che il Comune avrebbe messo 25 milioni per il restauro del San Paolo attraverso il Credito sportivo. Era inmalafede o ignorava che una banca non può finanziare un Comune in dissesto? Nell’ultimo anno ha continuato a prenderci in giro, ma in realtà prendeva in giro soltanto se stesso e i tifosi napoletani. Per le Universiadi si era preoccupato soltanto di farsi assegnare cinque milioni per il rifacimento della pista di atletica e l’illuminazione, ignorando che la Uefa non avrebbe più permesso l’utilizzo di seggiolini fuori norma. Ho pregato l’amico De Luca, a cui compete la gestione per i fondi delle Universiadi, di finanziare 15 milioni a DeMagistris per il rifacimento dei seggiolini e la messa a norma totale dello stadio San Paolo. Il vero problema dello stadio è che il Comune è totalmente incapace di fare la gestione ma la cosa più grave è che non dicono mai la verità».