
Buongiorno: "Gioco a scacchi fin da bambino, ma mai prima delle partite! Quante sfide con Milinkovic-Savic. Mi sento un po' Torre e un po' Donna"
Alessandro Buongiorno ha parlato a Scacchitalia della sua passione per gli scacchi
A maggio scorso, prima dello scudetto del Napoli, la rivista Scacchitalia - organo ufficiale della Federazione scacchistica italiana - ha intervistato il difensore Alessandro Buongiorno, che si è scoperto essere un grande appassionato di scacchi: "Ho cominciato da piccolo, ho imparato le regole grazie a mio padre, giocavamo insieme a lui e anche con mia sorella, in modo molto soft, ovviamente. Praticamente conoscevamo solo i movimenti dei pezzi. Poi ho continuato da ragazzo, a scuola, magari durante le ore di intervallo, o anche nei campi estivi".
Alessandro Buongiorno e la passione per gli scacchi
Buongiorno ha raccontato di essersi appassionato ancora di più al gioco degli scacchi quando era un giovane calciatore del Carpi: "Il momento decisivo è stato quando sono andato in prestito al Carpi, perché c’erano lì un paio di ragazzi, non compagni di squadra, ma abitanti del luogo, che amavano gli scacchi. Poi ho iniziato a praticare le partite sul web, e in particolare contro un mio grande amico di Torino, che di recente mi ha regalato una scacchiera. Ovviamente quando possiamo giochiamo dal vivo, di persona, ma quando siamo lontani ci sfidiamo sulle piattaforme".
Il difensore del Napoli non ha mai abbandonato gli scacchi, neanche quando giocava al Torino: "Sì, il mio avversario prediletto era Vanja, vale a dire il portiere, Milinkovic-Savic. Giocavamo soprattutto in pullman, durante gli spostamenti dovuti alle trasferte. Non ho mai sfidato, almeno finora, i mie nuovi compagni del Napoli, ma so che anche Giovanni Simeone gioca".
Andando nei dettagli del gioco, Buongiorno ha confessato di giocare tanto anche online: "Ho un profilo su Chess.com, e ho un punteggio attorno ai 1.200. Il mio tempo preferito è 5 o 10 minuti senza recupero a mossa. Qualche volta, in particolare con l’amico di cui parlavo prima, ho provato anche le partite di 3 minuti, ma è un tempo troppo rapido per me, non sono allenato a sufficienza. E poi preferisco un ritmo meno serrato, un gioco più meditato, più rilassante. Il mio stile? Inizio sempre con il pedone di Re, con il Bianco, e anche con il Nero appena posso avanzo quel pedone, ho uno stile abbastanza classico. Non ho mai letto libri di teoria, ma mi piacerebbe farlo. Però spesso vado su Youtube e consulto i video, in particolare quelli che spiegano le aperture, i suggerimenti per iniziare bene la partita. Mi piace soprattutto, e mi è stata molto utile, la pagina Mattoscacco".
Buongiorno ha parlato anche delle analogie tra il calcio e gli scacchi: "Mi è capitato di pensarci. Ovviamente negli scacchi serve molta strategia, molta preparazione, bisogna pensare tanto a come impostare la partita, e questo lo ritrovi anche nelle partite di calcio, quando devi affrontare una sfida importante. Registrare la fase offensiva o la fase difensiva è come preparare un’apertura speciale per mettere in difficoltà l’avversario. Ovviamente poi nel calcio arriva il momento in cui quello che hai preparato non conta più, e devi giocare d’istinto. Ma in fondo vale anche per gli scacchi, quando la situazione cambia e la posizione non è quella che avevi previsto: devi fare in fretta ad adattarti".
Domanda un po’ ingenua. Un difensore roccioso come te, a che pezzo somiglia? "Direi un po’ a una Torre, un po’ a una Donna. La Torre principalmente, perché ha un movimento molto specifico, molto rigoroso, ed è il primo difensore del Re, in particolare con l’arrocco. Ma qualche volta nel calcio anche il difensore può sganciarsi e andare a segnare, è capitato anche a me. E allora diventa qualcosa in più, proprio come la Donna, che sa difendere o eseguire la fase offensiva nello stesso momento".
Gli scacchi ti aiutano a concentrarti sulla partita? O sono invece uno “scarico” dopo una sfida impegnativa? "Li considero uno svago, un divertimento, soprattutto nel tempo libero, o magari durante i viaggi, in camera d’albergo, insomma non troppo vicino al momento della partita. Aiutano senz’altro a tenere il cervello attivo, ma per acquisire e mantenere la concentrazione utile a giocare a calcio preferisco altre attività. Gli scacchi li lascio ai momenti in cui sono più spensierato".