
Cerchione: "Napoli-Genoa decisiva: vi dico perché è più importante di Parma e Cagliari"
Corsa scudetto Napoli, la previsione di Cerchione
A "1 Football Night", programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Luca Cerchione, giornalista e direttore dell’emittente radiofonica campana. Di seguito, un estratto delle dichiarazioni.
Chi le fa più paura tra Genoa, Parma, Cagliari… o il Napoli stesso?
“Il vero Napoli non deve temere nessuna di queste tre partite. Ma c’è un ‘però’ grande quanto una casa: il Napoli delle prossime gare non sarà il vero Napoli. Le assenze sono tante. Ora incrociamo le dita perché domani ci sarà la ripresa degli allenamenti e scopriremo anche le condizioni di Lobotka, ma resta il fatto che ci sono diversi indisponibili. Come ha sottolineato anche Antonio Conte, in alcuni ruoli il Napoli ha perso non solo il titolare, ma anche il sostituto. In difesa, ad esempio, si è fatto male Juan Jesus dopo Buongiorno: questa è una situazione preoccupante per le prossime tre gare. Io sono per il pensare a un ostacolo alla volta: concentriamoci sulla gara contro il Genoa e portiamo a casa i tre punti. Se l’Inter dovesse vincere, ne mancherebbero solo quattro allo scudetto matematico. Per questo, dico che la sfida più probante delle tre è proprio quella contro il Genoa: inutile fare calcoli o voli pindarici, restiamo concentrati sul qui e ora.”
Abbiamo parlato spesso del mancato erede di Kvaratskhelia… Ma non è che l’erede ce l’avevano già in casa?
“Allora, la cessione di Kvaratskhelia ha aperto scenari impensabili. Il Napoli, di fatto, non l’ha sostituito. Nessuno si aspettava che, venduto il georgiano al Paris Saint-Germain, non arrivasse un rinforzo importante. E non venitemi a dire che Okafor sia stato il sostituto: neanche numericamente. Quando Conte si è stufato delle domande su Okafor, ha detto chiaramente che ‘il ragazzo non riesce a sostenere i ritmi delle nostre metodologie’.
Cosa significa? Che negli allenamenti non rende e quindi non è neanche in considerazione. Detto ciò, il Napoli ha fatto di necessità virtù: dopo la cessione di Kvaratskhelia, ha giocato con la difesa a tre, col famoso 3-5-2, e Raspadori ha finalmente trovato spazio nel suo vero ruolo, accanto a Lukaku. E lì ha dimostrato tutto il suo valore. È un ragazzo su cui il Napoli ha investito 35 milioni di euro e ora sappiamo perché: se lo valorizzi nel modo giusto, ti ritrovi un campione vero. E anche un uomo d’oro, sempre educato, mai una polemica, mai un’intervista fuori posto. Laureato, un ragazzo di cultura, non il tipico calciatore. Per questo io spero che, se resterà, lo si faccia con la consapevolezza di dover cambiare modulo per adattarsi alle sue caratteristiche. Altrimenti va ceduto e monetizzato: perché oggi Raspadori vale più dei 35 milioni che il Napoli ha speso. Alla fine, ha dato molto più di quanto non abbiano fatto altri, come Okafor.”
Se il Napoli dovesse mantenere la posizione attuale fino alla fine del campionato, come giudicherebbe il lavoro di Antonio Conte?
“Ad oggi Antonio Conte merita un otto in pagella. Ha già centrato, con quattro giornate di anticipo, l’obiettivo fissato dalla società: il ritorno in Champions League. Se il Napoli dovesse vincere anche lo scudetto, allora l’otto diventerebbe dieci e lode. Nessuno, nemmeno i tifosi più accesi, pensava che al primo anno di Conte si potesse già vincere lo scudetto. Anzi, molti sui social temevano che sarebbe andato via a stagione in corso per incompatibilità con De Laurentiis. E invece no: il presidente è stato di parola, lo ha accontentato in tutto. Anche quando Conte ha criticato duramente il centro sportivo, De Laurentiis ha spento subito le polemiche. Quindi oggi possiamo dire: società al top, allenatore al top. Se arrivasse anche questo quarto scudetto, dieci e lode. A De Laurentiis va riconosciuta la palma di miglior presidente della storia del Napoli: ha vinto un trofeo in meno a Ferlaino, ma ha reso solido un club che, nella propria storia, solido non era mai stato. C’è una differenza abissale tra vincere e restare competitivi, e vincere e fallire.”
La stagione del Napoli è da prodigio o miracolo?
“Dico prodigio. Perché le tante assenze e infortuni sono anche la conseguenza del lavoro intenso di Conte. In certi casi, ci siamo andati a cercare alcune situazioni complicate. Ma questo ha spinto i ‘superstiti’ a dare ancora di più dal punto di vista fisico, proprio grazie alle metodologie di Conte. E infatti abbiamo visto una squadra che ha saputo reagire, compatta, che ha dato il massimo. Insomma, un gruppo che ha fatto qualcosa di straordinario. Conte ha detto che chi vince fa la storia, mentre i secondi la leggono: mi permetto di dire che fare quanto fatto da questa squadra, sarebbe una grandissima storia da raccontare anche se non dovesse arrivare lo scudetto. Si è andati oltre ogni più rosea aspettativa, dunque non riduciamo tutto allo scudetto che sarebbe la ciliegina, ma la torta è stata già cucinata.”