
Festa Scudetto, 20enne accoltellato a Melito. Lo sfogo di Don Antonio Guida: "Tornate a casa!"
Festa scudetto, 20enne accoltellato a Melito: lo sfogo di Don Antonio Guida, il post social
Ultime notizie Napoli - Intervenuto in una rissa scoppiata durante i festeggiamenti per lo scudetto a Melito, un giovane della provincia di Napoli avrebbe tentato di fare da paciere, ma uno dei coinvolti lo avrebbe accoltellato all'addome. Questa la ricostruzione del ferimento di un 20enne del posto, incensurato, che è stato ricoverato nella notte fra venerdì e sabato nell'ospedale di Aversa. Sull'accaduto, indagano i carabinieri della stazione locale, che hanno acquisito anche i filmati della rissa, ripresi da alcuni passanti con gli smartphone e pubblicati sui social. Il 20enne, infatti, sarebbe intervenuto nella rissa, scoppiata in via Santo Stefano e proseguita in via Roma, e avrebbe tentato di riportare i litiganti alla calma; qualcuno, però, avrebbe tirato fuori un coltello e lo avrebbe ferito.
Don Antonio Guida, vice parroco della parrocchia Santa Maria delle Grazie, ha raccontato l'accaduto con un post davvero straziante:
"Sono le 00.10. Il Napoli ha vinto il quarto scudetto. Siamo felici. Mi arriva una telefonata dai ragazzi della parrocchia, ed immagino che vogliano far festa con me per la bella circostanza. Sanno che sono tifoso. E invece: “Don Antò, hanno accoltellato un ragazzo”! Voci spaventate, affannate, grida: c’è stato un accoltellamento. Nella festa. Fuori chiesa. Mentre capitan Di Lorenzo alzava la coppa, a Melito si alzava un coltello. Se per le strade del mondo volano coriandoli azzurri, a Melito ci sono macchie di sangue. Anche stasera. Davanti a ragazzi di ogni età. Davanti ai miei ragazzi, ai nostri ragazzi. A quelli che ci sforziamo di curare, accompagnare, crescere secondo valori diversi. Se il Napoli ha vinto, ieri ancora una volta Melito ha perso. “Tornate a casa wuagliù, state attenti e tornate a casa”! Solo questo sono riuscito a dire, ed è una frase che stona terribilmente con la gioia di ieri sera. Tornate a casa, perché per strada a Melito non si può stare, nemmeno per fare una festa. Tornate a casa, perché soltanto là potete stare tranquilli. È mezzanotte, il mondo e in festa, e ai miei giovani ho dovuto dire “tornate a casa!”. Quando verrà per questa città il momento di festeggiare per davvero? Santo Stefano, il Napoli, le festività civili: ogni occasione è buona per ferire, ogni evento è quello giusto per spaccare cose, devastare, vandalizzare, ammazzare.
Ad ognuno dei miei giovani ripeto ancora il grido che dà il nome a questa pagina: “CREDICI”. Credici che le cose possono cambiare. Credici che un giorno anche per noi possa esserci una festa d’amore e di gioia. Credici sul serio, e gridalo, annuncialo! Fai vedere che sei diverso dagli altri giovani, che metti l’amore al primo posto, che non utilizzi gli strumenti del male per farti giustizia e che non segui la barbara massa di gente che percorre le direzioni oscure e oscene disegnate dal maligno.
Ad ognuno dei giovani di Melito che ancora non conosco dico: “SVEGLIATEVI!”. Quali sono gli ideali che guidano la vostra vita? Per che cosa state vivendo? Qui si scende coi coltelli, qui ci si droga, ci si ammazza, si vandalizzano le strutture pubbliche, ci si droga, si abusa dei più piccoli. E lo fanno i giovani purtroppo! Qui a Melito c’è puzza di morte. C’è puzza di morte nella vita dei giovani. Se vuoi che la tua vita e che la tua città inizino a profumare di qualcosa di diverso, ti prego, vieni e dammi la tua mano. Insieme si cambia. Insieme.
Buona festa a tutti i napoletani, ma non a Melito. Perché qui non è cosa per adesso. “Tornate a casa”...".

Vincenzo Costa, residente a Melito, ha voluto mettere in risalto il grido di disperazione del parroco e si sfoga così:
"Il grido disperato di Don Antonio a chi in piena notte ha chiesto il suo aiuto. Non so se Melito potrà mai salvarsi: carenza di servizi, commercianti vessati da chi “dovrebbe” rappresentarli, politica assente, mancanza di spazi comuni, mancanza di strutture, mancanza di parcheggi, poche forze dell’ordine che fanno ogni giorno tutto ciò che possono… Ma so per certo che per provare a farlo lo si dovrà fare partendo da chi come Don Antonio e Don Carmine ci stanno mettendo tutto il loro cuore per dare un’alternativa ai giovani del nostro paese".