IL GIORNO DOPO Napoli-Como: gli azzurri calano il poker, Conte sa che i risultati condizionano il giudizio

05.10.2024
17:15
Redazione
Il giorno dopo Napoli – Como. Gli azzurri calano il poker. Quattro gare casalinghe e quattro vittorie. Il Maradona è tornato ad essere il fortino inespugnabile. Con i tre punti di ieri, gli uomini di Conte provano il primo strappo della stagione, allungano in classifica e conserveranno il primato in solitaria fino alla ripresa del campionato. E’ finita tra il tripudio della folla. L’entusiasmo e i cori sono gli stessi di due anni addietro. La scorsa stagione sembra davvero lontanissima.
 
Il giorno dopo Napoli – Como. Pronti via, calcio d’inizio, gli avversari non toccano neanche il pallone che gli azzurri la sbloccano. L’asse Lukaku – Mc Tominay confeziona il vantaggio immediato. La lancetta non aveva completato il mezzo giro. Esulta lo scozzese, uno che sembra giocare in questa squadra da anni. Sbloccarla immediatamente, purtroppo, almeno per la prima frazione, sortirà una sorta di effetto boomerang. Invece di azzannare l’avversario, trascinato dal vantaggio e dalla folla, il Napoli si abbassa pericolosamente e quando ciò accade è normale che gli avversari prendano coraggio.
 
Il giorno dopo Napoli – Como. I lariani, sapientemente guidati da Fabregas in panchina, si impadroniscono della metà campo avversaria. Gli azzurri corrono tanto senza palla, sempre impegnati a chiudere gli spazi e a raddoppiare sugli avversari che con i piedi dimostrano di saperci fare. Non alzano un pallone che sia uno. Il Napoli si difende ai venti metri, non lascia spazio per le imbucate ma loro ci provano da fuori in più di un’occasione.  In una di queste, Nico Paz rischia di spaccare il palo che salva Caprile, in un’altra, Strefezza indovina il diagonale giusto e il Como la pareggia. Quella di abbassarsi, è stata certamente una decisione. Gli azzurri in fase di costruzione, non rischiavano mai una imbucata. E nitida si ascoltava la voce di Conte che li esortava a tenere il pallone nell’attesa che gli avversari uscissero.  Con Politano e Kwara a 60 metri dalla porta avversaria e con Lukaku non ha certo nelle sue corde doti da velocista, anche una eventuale ripartenza , era destinata a naufragare sul nascere. Male, molto male.
 
Il giorno dopo Napoli – Como.  Nella ripresa, dagli spogliatoi esce un’altra squadra, anche se i giocatori sono gli stessi. Anche ieri sono scesi in campo ben sette undicesimi protagonisti della cavalcata scudetto. Giocatori che non hanno nelle corde il correre dietro agli avversari, giocatori abituati a tenere il pallino del gioco e con una mentalità spiccatamente propositiva. Il Napoli si è alzato di 50 metri e non c’è stata più partita. Olivera, fino a quel momento inchiodato in difesa, ha sfruttato un recupero palla alto e si è conquistato un sacrosanto rigore. Lukaku l’ha trasformato da maestro. Gli azzurri non hanno commesso lo stesso errore del primo tempo. Hanno continuato a pressare e nel finale l’hanno chiusa con Neres, sempre devastante quando entra in campo. Non prima perché è stata ignorata una spinta plateale su Kwara che aveva saltato di netto il diretto avversario ed era lanciatissimo a rete.
 
Il giorno dopo Napoli – Como. Pensare di gestire dal primo al 96° un solo goal di vantaggio è quantomeno stravagante. Conte sa benissimo che i risultati condizionano il giudizio. Ma la squadra ha gamba. Il secondo tempo di ieri l’ha dimostrato. Hanno corso tanto e anche dato l’impressione di divertirsi. Una spiegazione potrebbe essere che forse nemmeno Conte si è reso conto di quanto sia forte questa rosa, questa squadra. E ci può stare. E’ arrivato da poco.
 
Stefano Napolitano
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