Le cinque osservazioni non populiste su Garcia

12.09.2023
10:40
Bruno Galvan

il Napoli deve ritrovarsi subito: Garcia ha una sua idea di calcio.

Partiamo da una certezza: nessun allenatore è uguale a chi l'ha preceduto. Chi pensava che Garcia fosse un altro Spalletti come principi di gioco si è sbagliato alla grande. Il francese non è uno che ama palleggiare, ma cerca di arrivare in zona gol con meno tocchi possibili. Nel Napoli le qualità tecniche dei singoli sono elevate, ma la domanda è: c'è qualcuno che, come si dice in gergo tecnico, riesce a bucare in maniera decisa e diretta senza troppi fronzoli? Passare da un gioco corto, come amava definirlo il fautore di questa idea in Italia, Corrado Viciani, ad uno più essenziale con cambi di fronte per sfruttare l'isolamento dell'esterno nell'uno contro uno o ce l'hai nelle corde oppure no. 

L'altro equivoco, se vogliamo definirlo così, di queste settimane è Lobotka. I dati dimostrano che gioca più palloni dello scorso anno. Chi però analizza le statistiche dovrebbe dirci quanti di questi tocchi siano stati realmente efficaci nell'economia della manovra. Al di là dei numeri, bisognerebbe soffermarsi sulle caratteristiche che Garcia chiede quasi storicamente ai suoi play. Guardando un po' le sue rose, viene fuori che il vertice basso del 4-3-3 è un calciatore più difensivo, in grado anche di abbassarsi tra i due centrali e soprattutto dotato di un cambio gioco importante. Tradotto: uno come l'ex giallorosso, ora allenatore anch'egli, Daniele De Rossi.

Altro tema di discussione è stato quello relativo alla condizione atletica dell squadra. Anche qui si sono raccolti report sul numero di chilometri percorsi in più oppure in meno rispetto ad un anno fa piuttosto che le due gare precedenti. Anche qui, senza voler sminuire il lavoro di nessuno ci mancherebbe, il dato andrebbe contestualizzato. Nel senso che non importa quanto corri, ma come corri e dove lo fai. Un calciatore può correre anche meno degli altri ma se si posiziona sempre nel posto giusto è efficace, non spreca energie inutili ed è sempre nel vivo del gioco nelle due fasi.

Tra le criticità storiche del gioco di Garcia troviamo la poca efficacia sotto porta così come i parecchi spazi lasciati liberi in contropiede. A Roma, al di là del violino, finì sulla graticola anche per questo. Guardando le prime tre gare del Napoli si ha la sensazione che questa sorta di difetto di fabbrica si stia replicando guardando soprattutto le reti prese dalla Lazio (incluse anche quelle annullate). L'efficacia sotto porta va migliorata: il Napoli tira molto ma centra poco lo specchio della porta. Prendiamo Osimhen che ha calciato 55 volte (primo posto in serie A) oppure Kvaratskhelia con 32 tentativi: entrambi hanno segnato molto meno rispetto alla mole prodotta. Anche il dato di squadra pone il Napoli al primo posto con 66 tiri che però hanno portato solo 6 gol fatti. Il tempo per rimediare c'è. Garcia da sabato entrerà nel primo tour de force della stagione. Sbagliare è umano ma perseverare sarebbe davvero diabolico.

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