
L'editoriale di Corbo: "Tifoso e imprenditore: Aurelio De Laurentiis e sette punti da chiarire"
Ultime calcio Napoli - Come di consueto, vi proponiamo l'editoriale per Repubblica di Antonio Corbo che analizza le dichiarazioni di De Laurentiis:
"Ha capito di essersi isolato in un bunker, doveva uscirne. Aurelio De Laurentiis non era certo turbato dai vili insulti di tifosi che tifosi non sono. La stupida violenza di un greve bullismo da strada, incontrare il personaggio indifeso che è appena andato dal dentista, avvicinarlo, e che fai? Chiedi al presidente del Napoli quale giocatore compra, o lo offendi perché sai che non ha preso un altro Diego. In Trentino non apparve neanche alla festa in piazza. Squallido il calcio se fosse solo questo. Un ventaccio che soffia quando il mercato è aperto, e magari va a rilento. L’altra sera no, De Laurentiis doveva riprendere il rapporto con la città che per lui davvero conta. Quella che legge e lo discute, la classe politica che si scioglie solo con chi gode di buona stampa, con il Comune ci sono conti in sospeso dal 2007 e qualche progetto da riprendere con il nuovo sindaco ora che il precedente va a criticarlo in tv, i tifosi veri magari carichi di soldio di passione da riportare al botteghino, la campagna abbonamenti da lanciare. Raccontano che ha visto e rivisto anche la lettera aperta di venerdì su Repubblica, segnalava l’esigenza di spiegare meglio il suo calcio-business ai tifosi che sognano ancora i finti mecenati di una vita fa. Aspettano l’arrivo di un gruppo americano con dollari freschi da investire, dopo le delusioni della opaca finanza cinese a Milano. Ma la logica di quei fondi, investire per guadagnare, prima il profitto poi la vittoria, è la stessa che ha fatto di De Laurentiis da molto tempo un abile interprete eprecursore. Inutile nascondere quote evidenti nei bilanci pubblici. Chiarezza e verità, quindi.
De Laurentiis vive giorni che gli piacciono. Movimentati. Glielo leggi in faccia, pallido e stressato nell’eremo di Aqua Montis blindato a Rivisondoli come una postazione Nato. Disdette tv e conferenza in presenza con i giornalisti. È stata comunque efficace via radio. Aveva i suoi motivi.
- Chiudere il caso Mertens. Andò con il pretesto di un compleanno a casa sua dopo il disastro di Empoli per coinvolgerlo nell’operazione Champions. Gli ha promesso ilgiusto, 4,5 milioni lordi. L’addio lo ha ferito. «Sono un tifoso ma sono anche la società». È mancato un chiarimento con Spalletti, peccato. Chissà come sarebbe finita se Mertens avesse giocato di più.
- Il Napoli ha sbarcato Insigne, Mertens, Ospina, Koulibaly, Ghoulam. Dov’è la ciurma?
- A metà ritiro un solo portiere titolare. Meret. Manca un secondo portiere o l’alternativa?
- Obiettivo Simeone:27 anni, 67 gol in 6 anni, tra Cagliari, Fiorentina, Verona. Mica tanti. Sembra l’ideale seconda punta di un 3-5-2 (attuato da Spalletti ad Ancona) o di un 4-4-2. Ma ilNapoli non crede nel 4-3-3 al punto di non prendere Dybala?
- Squadra da completare. Si fa presto a dire giovani. È una adorabile scommessa almeno a questo punto.
- Con lo staff è stata chiarita la causa dei tanti incidenti muscolari per non ripeterli?
- Interessante politica dei prezzi per donne e ragazzi, era ora, sembra però una lodevole visione quella di uno stadio nuovo o di una concessione da 99 anni. Da chiarire: a Filmauro o al club? De Laurentiis insiste nel far sapere che il suo club è bersagliato di offerte da fondi di investimenti. Parla di una da 2,5 per tutto il suo patrimonio. Bisogna credergli. Ma non è un reato avere dei dubbi.
Rassicura la sua conclusione: “Voglio ancora divertirmi”. Rimane l’unico imprenditore privato tra i grandi club italiani. Squadra per metà da inventare ed un pubblico impaziente: a De Laurentiis piuttosto che le critiche bisogna inviargli sinceri auguri di buon lavoro.