Ventura si sfoga: "Insigne-Svezia? Lorenzo aveva giocato sempre, ma non si sarebbe espresso al meglio! C'era un clima da resa dei conti, chi voleva andare davvero ai Mondiali?"

19.06.2018
07:50
Redazione

Gian Piero Ventura, ex commissario tecnico della nazionale Italiana, ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport. Vi proponiamo un breve stralcio. VENTURA,

Gian Piero Ventura, ex commissario tecnico della nazionale Italiana, ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport. Vi proponiamo un breve stralcio.

VENTURA, ITALIA E SVEZIA

Un doppio confronto con la Svezia con una vigilia pesante.

«Sembrava non si aspettasse altro che una caduta. Tutti al momento dell’uscita del calendario sapevamo che l’Italia, salvo miracoli, sarebbe andata agli spareggi. Una volta lì, è stato dipinto come un incubo. C’era un clima da resa dei conti, sono finito dentro un ingranaggio più grande di me. Si anticipava che l’uscita dell’Italia avrebbe portato, come poi è successo, non solo la mia caduta ma altri cambiamenti. Tanto che io mi sono chiesto: ma chi voleva andare davvero ai Mondiali?».

E si è dato una risposta?

«Non lo so. Sicuramente i tifosi italiani».

Si porta dietro molti dubbi...

«Bastava arrivare uniti a quel doppio confronto, qualificarci e poi salutarci. Cosa che avevo già preannunciato di fare. Al Mondiale non sarei andato comunque. Invece venne scritto che avevo abbandonato il ritiro e tante altre sciocchezze per minare l’ambiente, senza che nessuno facesse muro. Come se convenisse il caos. Infatti dopo l’eliminazione è partito il tutti contro tutti che ha portato al Commissariamento, che molti attendevano».

VENTURA SU INSIGNE

La riporto in panchina: ma lei ha fatto scelte sbagliate?

«Dopo la partita con la Spagna ogni scelta poteva essere potenzialmente sbagliata, perché tutto è stato messo in discussione».

Il caso Insigne: giocò solo mezz’ora nella prima gara con la Svezia e non entrò nel ritorno. Fu colpa grave?

«Con me Insigne aveva giocato sempre. Ho fatto delle valutazioni in base all’atteggiamento tattico della Svezia che non metteva in condizioni Insigne di esprimere al meglio le sue caratteristiche. Ma stia pur certo che se avesse giocato Insigne, il problema sarebbe diventato El Shaarawy o un altro».

De Rossi che a San Siro in panchina dice: «Non devo scaldarmi io, ma Insigne». Un’immagine che ha fatto il giro del mondo.

«Però nessuno ha mai chiesto a De Rossi con chi stesse parlando. Non ce l’aveva con me, ma con il preparatore atletico. E’ abitudine mandare i giocatori della panchina a scaldarsi prima di qualche cambio, ma Daniele non sarebbe entrato, non avevo dato alcuna disposizione in proposito. Però è servito anche questo per scaricarmi addosso di tutto».

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