IL GIORNO DOPO Napoli-Inter...il lusso che Sarri non può permettersi, la beata solitudine di Miranda e l'animale da 30 reti

01.12.2015
14:00
Redazione

Il giorno dopo Napoli – Inter è il giorno dei giorni. È il giorno del sorpasso e della gioia. È il giorno che un’intera città aveva sognato in questa settimana di vigilia. E’ stato sofferto e per questo ancora più bello. Il Napoli vola in testa alla classifica. Infila il tredicesimo risultato utile consecutivo e ormai non può più nascondersi. 

Il giorno dopo Napoli – Inter è un dato di fatto, quando hai uno come Higuain, si inizia con un rete di vantaggio e questa volta il Pipita mette subito le cose in chiaro. Neanche due giri di lancette e fulmina Handanovic con una girata delle sue. Considerato che il buon Amoruso ha smesso di giocare da un poco, il centravanti argentino è tra i primi cinque attaccanti al mondo. 

Il giorno dopo Napoli – Inter. La reazione degli uomini di Mancini è inesistente. Il Napoli tiene il campo e il pallino del gioco come ormai da abitudine. Ma a differenza di tante altre volte, conclude poco. Verso la fine della prima frazione l’episodio che avrebbe potuto condizionare l’intera gara. Nagatomo rimedia due gialli nel giro di dieci minuti e lascia i suoi in dieci. 

Il giorno dopo Napoli – Inter. La prima parte della ripresa scivola via senza particolari emozioni, fino a quando Higuain trasforma un rinvio di Albiol in un assist prima e in una straordinaria rete poi. Il S.Paolo esplode. Due reti e un uomo di vantaggio forse fanno scattare nelle mente di più di un elemento che la gara fosse chiusa. Niente di più sbagliato. 

Il giorno dopo Napoli – Inter. Tra i nerazzurri sale in cattedra Ljajic. Si piazza sull’out sinistro e pare risulti impossibile sottrargli il pallone. Hysaj è certamente condizionato dall’ammonizione ed evita più volte di affondare il tackle. E proprio l’ex attaccante di Roma e Fiorentina la riapre sfruttando una carambola tra Jorginho e Ghoulam. E da quel momento, gli uomini di Sarri soffriranno come non mai in questo inizio di stagione.

Il giorno dopo Napoli – Inter. Gli azzurri provano a tenere sempre alto il baricentro, ma gli appoggi sbagliati iniziano a diventare troppi. Chiaro sintomo di stanchezza. E anche Allan, il solito moto perpetuo, appare condizionato dall’ammonizione rimediata per un alterco con Guarin. Mancini non si fida e richiama in panca il colombiano e getta nella mischia il fresco e veloce Biabiany. Sarri, questo “lusso” non può permetterselo e tiene in campo l’ex Udinese. Mancini prova a recuperarla e infila dentro altra qualità. Jovetic al posto di uno stremato Perisic. Il Napoli li soffrirà entrambi.

Il giorno dopo Napoli – Inter. Anche Sarri prova a fare qualcosa. E si dimostra un signore. Dopo El Kaddouri per Insigne, ristabilisce la parità numerica infilando dentro D.Lopez per Hamsik prima e poi, per rispetto nei confronti di Mancini, si affida anche a Maggio per Callejon. Del resto, il convento questo passa. Ai due basteranno pochi minuti per sbagliare un’infinità di palloni che favoriranno le ripartenze dei veloci avanti nerazzurri. Maggio spedirà in curva il suo solito cross tanto per rinfrescare la memoria ai tifosi. La squadra sembra non averne più e si abbassa fin troppo. E il Napoli che in questa stagione sembra aver blindato il reparto arretrato, inizia a soffrire in quanto è costretto a difendersi nei propri sedici metri. E spesso e volentieri, le marcature non sono poi così strette. Prima Albiol si perderà Miranda che in beata solitudine di testa centrerà la base del palo e poi ci penserà Reina con una super parata ad evitare la beffa. Nel mezzo, un’azione personale di Higuain che solo grazie ad Handanovic non troverà la tripletta personale.

Il giorno dopo Napoli – Inter. Il bicchiere mezzo pieno racconta che al triplice fischio il Napoli avrà effettuato il sorpasso. Lo stadio esplode. La squadra corre a cantare sotto le curve. Il Napoli è primo dopo 26 anni e un’intera città continua a sognare. E quando si hanno in squadra fuoriclasse assoluti quali Higuain e Reina è lecito farlo. Il bicchiere mezzo vuoto racconta invece di una rosa ancora troppo ridotta per arrivare fino alla fine. Ieri i cambi di Mancini hanno fatto la differenza. E purtroppo, anche quelli del Napoli. L’Inter è apparsa squadra tosta che ha messo insieme 30 punti schierando 14 formazioni diverse in 14 gare. E non ha impegni europei da disputare. E quando si riprenderà a giocare in Europa, se si vorrà provare a fare bella figura, occorreranno i “soliti undici”. Con tutti i rischi del caso.

Il giorno dopo Napoli – Inter. Sesto anno consecutivo con animale da trenta reti a stagione. E finalmente pare si possa lottare per il titolo. Squadra, allenatore e ambiente fortemente ci credono. Speriamo ci creda anche qualcun altro. 

Stefano Napolitano

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