Caso Diarra, Dupont: "Sistema FIFA morto. Ora tutti i calciatori vengano risarciti"

06.10.2024
16:30
Redazione

Venerdì mattina la Corte di Giustizia dell’Unione Europea si è espressa sulla incompatibilità di alcune norme del “Regolamento sullo Status e il Trasferimento dei Giocatori” della FIFA (RSTP) con il diritto comunitario. La sentenza in questione è legata a una controversia tra l’ex calciatore francese Lassana Diarra e un suo vecchio club, il Lokomotiv Mosca, e potrebbe rappresentare uno spartiacque nella gestione dei casi di rescissione dei contratti “senza giusta causa” da parte dei calciatori professionisti. Ma quali saranno le conseguenze?

A rispondere è direttamente lo studio Dupont-Hissel, guidato da Jean-Louis Dupont e Martin Hissel. Dupont è il celebre avvocato della sentenza Bosman e colui che ha affiancato la Superlega di fronte all’Unione Europea, che in questo caso ha assistito il protagonista della disputa: l’ex centrocampista Lassana Diarra. Lo studio risponde anche direttamente alla FIFA, che ha minimizzato la sentenza.

«La FIFA ha naturalmente cercato di minimizzare l’importanza di questa sentenza, sostenendo che sarebbe sufficiente modificare due paragrafi del proprio regolamento e che spetterebbe alla Corte d’Appello di Mons decidere se i suoi regolamenti siano illegali o meno – si legge nel comunicato dello studio legale –. Tutto ciò è completamente falso. La CGUE ha condannato, in termini molto chiari e severi, le disposizioni al cuore del sistema di trasferimenti istituito e gestito dalla FIFA. Privato del suo cuore, il sistema è morto. La CGUE ha emesso una sentenza definitiva (cioè con valore di cosa giudicata assoluta ed erga omnes) sui principi fondamentali. In pratica, la Corte d’Appello di Mons dovrà quindi solo applicare queste dichiarazioni di illegalità al caso concreto del sig. Diarra e, in particolare, valutare i danni che la FIFA e la Federazione Calcio Belga dovranno risarcire».

Ma la domanda principale che tutti si fanno, e a cui pensano anche i protagonisti del calcio come club e calciatori, è la seguente: e ora, che cosa succederà? Anche a questa domanda prova a rispondere lo studio Dupont-Hissel nel proprio comunicato.

«La sentenza della CGUE è scritta in termini che aprono la strada a una governance moderna e veramente democratica: la conclusione di accordi collettivi tra FIFPRO/FIFPRO Europe e le organizzazioni rappresentative dei club – si legge –. Le European Leagues hanno accolto con favore la sentenza sul caso Diarra e hanno chiesto una riorganizzazione della regolamentazione, in particolare attraverso la negoziazione di accordi collettivi. Non c’è quindi motivo di temere un vuoto normativo: non c’è dubbio che giocatori e club siano in grado di elaborare meccanismi che tutelino molto meglio i rispettivi interessi legittimi rispetto al vecchio sistema FIFA».

Poi c’è il tema risarcimento per i calciatori danneggiati da un regolamento, quello della FIFA, che è stato condannato dalla Corte UE: «Tutti i giocatori hanno diritto a questo risarcimento, in tutto il mondo e a maggior ragione nell’UE, poiché tutti sono stati soggetti a queste regole illegali della FIFA sin dalla loro introduzione nel 2001».

In particolar modo si sottolinea il paragrafo 92 della sentenza della Corte UE, in cui si sottolinea che la combinazione di tutte le regole dichiarate illegali ha causato danni non solo ai giocatori che, come Lassana Diarra, sono stati effettivamente impediti di giocare o cambiare datore di lavoro, ma anche a tutti gli altri giocatori, poiché sono stati potenzialmente privati «della prospettiva di ricevere offerte ferme e incondizionate da parte dei club»

«L’illecito della FIFA è stato stabilito e il principio che tutti i giocatori abbiano subito danni è anch’esso stato stabilito. L’unico dibattito rimanente riguarda l’entità del risarcimento. FIFPRO Europe e FIFPRO hanno indicato che adotteranno le misure necessarie per ottenere il risarcimento dei danni subiti da tutti i giocatori. Questo tipo di azione per il risarcimento dei danni è comunemente chiamato “azione collettiva” o “class action”. Lo studio Dupont-Hissel sosterrà l’attuazione di tali azioni da parte delle entità legittime che agiscono a questo scopo», conclude il comunicato.

Fonte : Calcio e Finanza
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