Ferlaino: "Non vado più allo stadio, la mia presenza rischiava di essere indigesta. Gattuso va riconfermato! Diego? Triste sapere che è stato truffato..."

16.05.2021
09:10
Redazione

Ferlaino sul Napoli

Napoli Calcio - Novanta. Come i minuti di una partita. Come gli anni che Corrado Ferlaino compie tra due giorni: «Festeggerò con la famiglia e idealmente con tutti i napoletani: li ho sentiti sempre molto vicini», dichiara a Il Mattino.

Ma sembra che Ferlaino sia stato riscoperto negli ultimi anni: il presidente tifoso messo dalla tifoseria in contrapposizione al presidente manager De Laurentiis.
«Parlo di me e del mio rapporto con il Napoli e la gente. Ho vissuto momenti difficili: più volte, in 33 anni di proprietà, sono arrivati a mettermi le bombe sotto casa. Ma io ricordo i periodi felici. Ero ricco e spensierato prima di entrare nel Napoli, gennaio del 69. Quando ho chiuso, non avevo più niente. E questo la gente lo ha capito, probabilmente apprezzando anche che non avevo mai messo familiari in consiglio, nessun compenso».

Perché diventò presidente?
«A mia insaputa l'amico Verga mi inserì in una cordata di venti soci. Venti, capite? E venti che non volevano tirare fuori una lira ma pretendevano di comandare. Ero giovane, ricco, con aereo privato e yacht. Ma chi me lo faceva fare? Alla fine, però, feci un'offerta per tutto il Napoli e cominciò la storia. Capii molto presto cos'era il calcio».

Senza Maradona il Napoli non avrebbe vinto lo scudetto?
«Mi chiedo ancora come mai perdemmo quello dell'88. Per amor di Dio, i calciatori erano onestissimi, però Napoli era la centrale del totonero. La squadra crollò e vinse il Milan. Da allora misi dei premi altissimi e già molto elevati erano gli stipendi dei calciatori. Affrontavo battaglie impari contro le multinazionali ma con grandissimo orgoglio napoletano».

Ha lasciato il Napoli nel 2002: perché non è più andato allo stadio?
«Vado a vedere la Nazionale, ho la tessera d'onore. Il Napoli no, perché la mia presenza rischiava di essere indigesta: ricordo bene quando andavano male le cose e i tifosi acclamavano i miei predecessori».

Il suo primo compleanno senza Maradona.
«Gli ho sempre dedicato un pensiero, considerandolo uno di famiglia. Un napoletano innamorato di Napoli. La sua scomparsa è stata dolorosa, ancor di più adesso che emerge il terribile sospetto che sia stato truffato».

Lei avrebbe confermato Gattuso?
«Se proprio devo rispondere, dico di sì. E aggiungo che in questo campionato sono state perse partite assurde: non vi possono essere crisi nei rapporti con un allenatore. Nell'88 difesi Bianchi sfiduciato dalla squadra: quattro calciatori andarono via, lui rimase in panchina».
 

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