
L'Opinione - Fiorentina e Genoa da migliorare, Roma e Udinese non convincono. Solo Napoli e Lazio...
C'erano una volta le sette sorelle. Sette compagini tirate a lucido, pericolose in Italia, leggendarie all'estero. Ognuna aveva tra le propria fila campioni degni di tale nome, ognuna poteva permettersi di dare battaglia per lo Scudetto, mettendo in discussione quel filone di dominio targato Milan, Inter e Juventus.
Ci sono ora le tre grandi, più una serie di partitini difficili da inquadrare, tra prospettive future non proprio delineate e chiare indecisioni su come andrà la stagione. Per alcune si ripartirà da zero o da un nuovo progetto tecnico, per altre sarà l'annata della rinascita. Altre ancora dovranno confermare quanto di bene fatto nella stagione 2011/2012.
Fiorentina, Genoa, Lazio, Napoli, Roma e Udinese. A ben vedere sono tali sei formazioni le più attrezzate sulla carta per poter mettere i bastoni tra le ruote a Madama Campione d'Italia e alle due milanesi desiderose di rivincita, collegate al treno della rivalità che tra inchieste, polemiche e lotte di calciomercato pare non finire mai.
Ma non tutte appaiono nella medesima situazione e sicuramente non ancora pronte a dare filo da torcere. A ben vedere, anzi, nessuna di queste. Considerando anche il mese in cui ci si trova e il mercato in divenire, le sei sorelline (o forse sarebbe meglio dire le cugine delle tre big di strisce vestite) sono lotantissime da lanciare la sfida.
Del resto basti vedere l'annata scorsa. C'era chi indicava Napoli come futura e immediata Campione d'Italia, così come la Lazio. La Roma, in un minimissimo arco stagionale, pareva poter riuscirci. Mai dichiarazione fu più avventata. I deludenti mesi di Fiorentina e Genoa, poi, sono sotto gli occhi di tutti. Tra queste ha sorriso l'Udinese ottenendo la seconda consecutiva qualificazione ai preliminari di Champions. Ma di titolo neanche a parlarne.
Che serve arrivare terza se poi si vendono i migliori pezzi a disposizione (leggasi Isla e Asamoah e forse Handanovic)? Serve a far andare avanti il progetto unico, visto che con tutta probabilità anche nel 2012/2013 la società di Pozzo potrà dire la sua, con sconosciuti pronti ad emergere e talenti affaciatisi con un po' di timore lo scorso anno in rampa di lancio. Del resto i due fuoriclasse sono rimasti: Di Natale in campo e Guidolin in panchina.
Senza Pocho che Napoli sarà? Diverso. Diverso perchè è stato l'emblema della rincorsa degli ultimi anni, diverso perchè Lavezzi era il chiavistello azzurro. Gli avversari impazzivano, impazziranno anche in Ligue 1. Con un centrale di di livello europeo, Cavani ancora in squadra e due rinforzi top, De Laurentiis potrebbe seriamente essere l'outsider vero. Tutto dipenderà da Insigne: se tornerà ufficialmente in Campania e seguirà le orme dell'argentino, se ne vedranno delle belle. E Napoli sarà 'o surdato outsider.
Outsider non sarà la Roma. Certo, sarà spettacolare. Certo, allo stadio e davanti alla tv la formazione giallorossa sarà la più divertente. Con Zeman bando alla noia. Ma anche ai sogni di gloria. Il boemo pensiero è quello di segnare sempre un goal in più dell'avversario, vincere grazie allo sforzo di tutti e puntare in alto. Serve la collaborazione di tutti, cosa che per motivi fisici (Totti) e di carattere (Lamela) non sarà facile offrire. I dubbi, dunque, sono tanti e probabilmente irrisolvibili per poter togliersi soddisfazioni d'alta classifica.
Nel bel mezzo del caos Mauri, a Formello s'è paracadutato Petkovic. Una sorta di Zeman pronto a combattere a Roma per la supremazia del calcio d'attacco. Un mercato ancora da scrivere, un progetto da far ripartire dopo l'addio di mister 'quasi Champions League' Reja. La stagione biancoceleste, oltre agli arrivi e alla posizione di Hernanes, dipenderà da come l'ex Sion riuscirà a mettere in campo la formazione capitolina, che di fatto potrebbe cambiare abbastanza nettamente il proprio volto.
Dietro, nascoste nell'ombra delle idee, ci sono Fiorentina e Genoa. La prima ha trovato Montella, tra i migliori giovani tecnici che il panorama italico può offrire. Jovetic è la chiave di tutto, per tornare a far sì che la viola venga trattata da semi-big, il montenegrino dovrà rimanere. Altrimenti, caput.
Dopo aver avuto una serie incredibile di comproprietà da risolvere, il club di Preziosi ha in pochi giorni ceduto una serie spropositata di gemme pregiate. Giochi preziosi solo per il proprio patron, non per il pubblico, ben lontano dal vedere un 'Grifone' con grandi prospettive.
Tante parole al vento per sentenziare abbastanza duramente. Nessuno delle sei cugine può attaccare il predominio delle tre. Per tanti motivi. L'Udinese, in caso di cessione di Handanovic si priverebbe di uno dei tre portieri più forti al mondo e di un cardine insostituibile. Ballano tanti milioni sul piatto, Pozzo difficilmente dirà di no. La Roma con Zeman non ha valutato affatto bene le prospettive stagionali, troppi uomini (anche affidandosi al mercato in entrata) non sono adatti al progetto (si tratta ancora di questo?). E trattandosi del Capitano e del talentuoso 'Coco' Lamela, non sono di certo a rischio addio. Genoa e Fiorentina sono nel limbo delle possibilità, lottare per l'Europa League (se vale ancora qualcosa in territorio italiano) sarebbe già un grosso posso avanti.
Lazio e Napoli, le possibile, reali, outsider. Primi tre posti (magari solo il terzo, a ben vedere) nel mirino. Mazzarri dovrà dimostare di non essere stato salvato negli anni dal solo Lavezzi, con un Insigne in più e un Pandev da trasformare in reale tenore. Con Petkovic, Ederson e un bomber di scorta da doppia cifra, la formazione capitolina potrà attaccar il nordista predominio.
Prospettive, dunque, non proprio rosee per le sei. L'obiettivo, difficilmente realizzabile a meno di acquisti roboanti e resistenza ai milioni, sarà quello di mettere i bastoni tra le ruote alle tre big, per evitare un campionato stile Liga, con le solite note a combattere. Le altre a sognare e poco più. Senza mai un cambiamento da sorelle speranzose a cugine outsider.